CANNABIS E SCLEROSI MULTIPLA

La sclerosi multipla (SM) è la più diffusa malattia cronica autoimmune che
danneggia il sistema nervoso centrale (SNC). Questo danno conduce ad una
compromissione della trasmissione del segnale nervoso tra il cervello e il
midollo spinale a causa della perdita della guaina mielinica.
La SM ha eziologia sconosciuta, si manifesta più frequentemente tra i 20 e i
45 anni, evolvendo col tempo con un quadro eterogeneo e non prevedibile.
I deficit neurologici in una prima fase sono frequentemente reversibili ma, nel
tempo, possono evolvere in un vero e proprio danno. La SM è caratterizzata
da infiammazione, demielinizzazione e neurodegenerazione, causati da
specifici linfociti T mielino-specifici che attaccano il SNC. Le cellule T
provocano nel SNC l’attivazione di antigeni, che innesca una cascata
infiammatoria con rilascio di citochine, reclutamento di cellule infiammatorie
addizionali e una persistente attivazione dei macrofagi. Il persistere della
situazione ha come conseguenza la distruzione di oligodendrociti e ulteriore
demielinizzazione.
Le malattie e i danni del SNC possono comportare spasticità e dolore
neuropatico centrale. In persone con diagnosi di SM, questi sintomi sono
frequenti, con forte impatto sulla qualità della vita. Circa due terzi dei pazienti
con SM soffre di spasticità (cioè tensione e rigidità dei muscoli indotta da
uno stretch-reflex ipereccitabile, per un danno al motoneurone superiore).
Circa il 65% riferisce dolore, circa il 26% dolore neuropatico centrale e circa
il 15% dolore riferito a spasmi.
Sempre legati al danno, possono manifestarsi tremori, disartria e disturbi
della memoria.
Allo stato attuale, non esiste una cura per la SM, anche se vengono utilizzati
immunomodulatori che aiutano a frenare lo sviluppo della malattia. La
gestione della malattia include una vasta gamma di approcci, farmacologici e
non, atti a minimizzare l’impatto della malattia e massimizzare la qualità della
vita. Tra gli approcci farmacologici, l’utilizzo della cannabis e dei suoi derivati
è molto diffuso.
La cannabis-based medicine (CBM) è basata sui cannabinoidi originati dalla
pianta di cannabis sativa, che ne contiene più di 120. L’effetto predominante
dei cannabinoidi negli umani è esercitato via i recettori endocannabinoidi di
tipo 1 e 2. Il THC si lega a CB1 e agisce come agonista parziale. Il CBD
blocca allostericamente i recettori CB1 e CB2 (con bassa affinità) e tuttavia
ha effetti antagonistici rispetto agli effetti collaterali del THC. Gli effetti e la
formulazione nella CBM dipendono dal profilo e dalla farmacocinetica del
farmaco utilizzato e dalla modalità di assunzione. E’ dimostrato che l’effetto
terapeutico è presente o migliore quando viene sfruttato l’intero
fitocomplesso (effetto entourage)
L’efficacia della cannabis nella gestione della SM è dimostrata per spasticità,
dolore, tremori, atassia, funzioni vescicali, sonno, qualità della vita. Il THC è il
componente psicoattivo con potenzialità più alte: può essere utilizzato per
trattare il dolore neuropatico e cronico e per le sue caratteristiche
antiemetiche ed antinfiammatorie. Il CBD non ha effetti psicoattivi, tuttavia
ha un effetto farmacologico su dolore e spasticità.
In più, gli studi dimostrano la capacità della cannabis di inibire la risposta
infiammatoria. Il sistema endocannabinoide (ECS) è un modulatore di varie
attività fisiologiche, e la sua disregolazione è coinvolta nell’infiammazione;
per il trattamento dell’infiammazione cronica. L’ECS può essere usato come
target terapeutico e la cannabis come terapia, grazie alle sue azioni centrali e
periferiche sui recettori endocannabinoidi CB1 e CB2, che fanno da
mediatori in differenti vie intracellulari. In aggiunta agli effetti su CB1 e CB2 i
cannabinoidi agiscono sui recettori del nucleo e i canali ionici attraverso la
loro attività su altri recettori transmembrana (GPCRs) e hanno un’attività di
modulatori sui recettori oppiodi e della serotonina.
Parecchi studi indicano che i cannabinoidi hanno proprietà
immunomodulatorie e immunosoppressive, indicando questi farmaci come
potenziali strategie terapeutiche nelle malattie croniche infiammatorie e i
recettori cannabinoidi mostrano essere possibili target per le patologie
autoimmuni, incluso SM.
Francesca Valguarnera per APS Tutela Pazienti Cannabis Medica 19/1/23
Per approfondimenti:

  • “The efficacy of cannabis on multiple sclerosis-related symptoms” da Life
    Basel del 5 maggio 2022
  • “Immunomodulatory potential of cannabidiol in multiple sclerosis: a
    systematic review” da Journal of Neuroimmune Pharmacology del 23
    gennaio 2021
  • “The effect of cannabis-based medicine on neuropathic pain and
    spasticity in patients with multiple sclerosis and spinal cord injury: study
    protocol of a national multi center double-blinded, placebo-controlled
    trial” da Brain Science del 14 settembre 2021

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