La glia è la maggior componente del Sistema Nervoso, essendo da 10 a 50 volte più
numerosa dei neuroni. Esistono due tipi di cellule gliali: la macroglia, che include
astrociti, oligodendrociti e cellule di Schwann, e la microglia, con cellule più piccole. Le
cellule della glia, oltre a fornire sostegno ai neuroni, controllano l’ambiente del cervello
e partecipano alla formazione di strutture specializzate, come la barriera ematoencefalica e la guaina mielinica.
I tumori cerebrali derivano principalmente da cellule gliali, come gli astrociti, e sono
classificati su una scala da 1 a 4 in base al grado di malignità. L’astrocitoma è il
tumore cerebrale più frequente.
In generale, il trattamento dei tumori cerebrali consiste inizialmente in una resezione
chirurgica seguita da radioterapia e/o chemioterapia. L’elevata eterogeneità e
complessità del trattamento richiede uno sforzo nella gestione dei sintomi, la cui
eziologia può essere inerente al tumore stesso o derivare dagli effetti collaterali della
terapia.
La pianta di cannabis produce più di 700 composti, inclusi 120 fitocannabinoidi, ma
meno di 50 sono presenti in quantità significative. I cannabinoidi contenuti nelle
preparazioni vegetali di cannabis o negli estratti dell’intero fitocomplesso, tendono a
lavorare in sinergia per evocare gli effetti associati al suo consumo (effetto entourage),
pertanto sarebbe errato attribuire il maggior valore medicinale ad un singolo
fitocannabinoide. Tuttavia il THC è stato il più studiato ed è riconosciuto come il più
potente, ed anche il CBD è considerato un composto importante.
Studi recenti hanno dimostrato che i fitocannabinoidi possiedono proprietà
antitumorali, attraverso un meccanismo di inibizione della proliferazione cellulare,
della migrazione e della angiogenesi, e di induzione dell’apoptosi nelle cellule
cancerose.I cannabinoidi hanno il potenziale per indurre una significativa inibizione
della crescita cellulare nelle cellule tumorali attraverso la modulazione di proteine e
fattori nucleici coinvolti nel controllo della sopravvivenza, trasformazione e morte e
possono essere utilizzati come efficaci coadiuvanti nel trattamento dei tumori cerebrali.
Già dal 2003 sono stati effettuati studi clinici con somministrazione intratumorale
di una soluzione di THC, con l’utilizzo di uno spray oro-nasale o di olio di cannabis
e sono stati confermati i risultati degli studi pre-clinici che avevano già evidenziato la
diminuzione della proliferazione delle cellule tumorali e un aumento dell’apoptosi delle
stesse.
Un numero crescente di prove suggerisce che, durante la trasformazione maligna di
vari tipi di cancro, compresi i tumori cerebrali, si verificano alterazioni dell’equilibrio tra i
livelli dei ligandi dei cannabinoidi endogeni e dei loro recettori. Come la maggior parte
delle cellule immunitarie, gli astrociti non cancerosi esprimono solo il recettore CB1.
Tuttavia, nelle cellule del glioblastoma umano sono stati identificati entrambi i recettori
funzionali. Inoltre, è dimostrato che nelle cellule tumorali è aumentata l’espressione di
CB2, e si è osservata una correlazione tra il grado di malignità del tumore e i livelli di
espressione del recettore CB2.
Per quanto riguarda l’utilizzo della cannabis nella gestione dei sintomi in pazienti con
tumori cerebrali, l’effetto anti-nausea e vomito indotti da chemioterapia è una
delle proprietà meglio accertate. I cannabinoidi, in particolare il THC, sono più efficaci
dei tradizionali antiemetici. Inoltre, combattono la cachessia tumorale e la perdita di
peso. E’ dimostrato che il THC aumenta l’appetito nei pazienti con cancro avanzato.
Le convulsioni sono una componente importante nello spettro dei sintomi nei pazienti
con tumori cerebrali e spesso sono il primo sintomo. La chirurgia, la radio e la
chemioterapia possono contribuire al controllo delle crisi, tramite il controllo del
tumore, ma l’epilessia correlata è spesso refrattaria. Gli studi degli effetti dei
cannabinoidi nei disturbi epilettici hanno già portato all’approvazione del cannabidiolo
per il trattamento delle convulsioni e confermano il loro importante ruolo nel controllo
delle crisi con pochi effetti collaterali.
Un altro sintomo correlato al cancro è il dolore. Inoltre, gli agenti chemioterapici
possono indurre effetti collaterali neurotossici, tra cui grave dolore neuropatico,
resistente al trattamento. Le prove dimostrano che la cannabis è un promettente
soppressore del dolore neuropatico evocato da tutte le principali classi di agenti
chemioterapici.
Non solo i cannabinoidi hanno dimostrato proprietà che possono aiutare o
minimizzare gli effetti collaterali degli agenti chemioterapici, ma anche di essere un
potenziale coadiuvante delle terapie. Le evidenze suggeriscono, quindi, che la
cannabis e i cannabinoidi potrebbero diventare una terapia di scelta nella moderna
neuro-oncologia.
Francesca Valguarnera per APS Tutela Pazienti Cannabis Medica 8 mar 2023
Per approfondimenti:
- “Therapeutic and supportive effects of cannabinoids in patients with brain tumor
(CBD oil and cannabis)” da Current Treatment Options in Oncology del 12 gen 2023