La sfida di Isabella: “Una vita dignitosa per tutti”

Il mio desiderio futuro è poter dare certezza a tutte le persone malate di potersi curarsi con la cannabis

Intervista con la nostra presidente Isabella Palazzo, realizzata da Giuseppe Cantelmi, nostro associato e autore del podcast Le Storie di Maria, con il quale intervista medici, pazienti, associazioni, imprenditori che quotidianamente lavorano nel mondo della cannabis in Italia.

Con Isabella abbiamo fatto il punto sulle attività che l’Associazione sta portando avanti, dopo un 2023 di crescita in termini di attività ed impegno, nuove sfide ci attendono.

Ciao Isabella, come stai?

Bene, la cannabis è mia alleata!

In questo periodo con quali attività siete impegnati con l’Associazione?

Siamo impegnati con i nostri corsi ECM ma non solo; in regione Puglia stiamo lavorando ad un Tavolo Tecnico Permanente perché, nonostante la nostra legge regionale è una delle migliori in Italia, i medici del sistema pubblico sanitario sono ancora molto restii a prescrivere cannabis, porteremo in discussione al tavolo questo argomento, insieme al problema patente e capire se il progetto pilota, insieme al Polo Tecnico di Ricerca, faccia effettivamente il suo iter. In questi giorni sono molto impegnata con le attività quotidiane dell’Associazione, come le persone che vogliono entrare a far parte della nostra comunità, persone che trovano serie difficoltà con i propri medici ad ottenere la ricetta, è una lotta continua!

Una delle attività su cui vi siete molto concentrati con la vostra Associazione riguarda la formazione, con i Corsi ECM, perché è importante la formazione per la classe medica?

La formazione è importante proprio per abbattere il muro di pregiudizio che i medici hanno verso questa nobile pianta, portare alla luce i benefici che si possono ottenere con i farmaci cannabinoidi è di estrema importanza, i medici devono avere chiarezza e noi lo facciamo grazie a professionisti del campo, che offrono il loro tempo per formare i medici all’associazione.

Con l’inizio del 2024 a Milano c’è stata la prima conferenza del nuovo anno, come è andata?

Il corso di Milano è stato un gran successo, al di là delle nostre aspettative, i medici milanesi hanno risposto davvero bene al nostro invito. Devo dire che abbiamo avuto docenti di alto livello, professori e professionisti del sistema pubblico sanitario che con le loro relazioni hanno tenuti i nostri discenti attaccati alle sedie, affamati di sapere.

Personalmente l’intervento che più ha sbalordito è stato quello del Professore Vittorio Guardamagna, che dopo aver spiegato i benefici della cannabis medicale nei pazienti oncologici, ha portato alla luce la storia della piccola Camilla, un ragazzina di 11 anni affetta da un neoplasia gravissima al cervello inoperabile e metastasi.

La piccola non aveva un aspettativa di vita maggiore ai 12 mesi, invece da quando ha iniziato il trattamento con cannabis medicale tra CBD e THC non solo è ancora viva, ma il cancro si è stabilizzato, tanto che la piccolo sta iniziando ad avere una vita “normale”.

Dopo Milano, ci sono altre conferenze in programma?

Assolutamente si, a maggio saremo a Ferrara ed altri corsi sono già in programma, toccheremo varie regioni italiane dal nord al sud, per chiudere l’anno a Roma e iniziare il 2025 da Foggia.

Da paziente, porti avanti con grande tenacia, diverse attività, dove trovi tutte queste energie?

Sinceramente? Non so dove trovo le energie, è così forte l’esigenza di far conoscere questa alternativa medica, che conduco questa “battaglia”, per il bene di tante persone che come me possono ottenere grandi benefici. Tutti noi abbiamo il diritto di vivere una vita dignitosa, molti bambini potrebbero usufruire dei farmaci cannabinoidi ottenendo benefici non solo per la salute ma sulla vita quotidiana di tutta la famiglia.

Ci sono momenti in cui, presa dalla stanchezza anche della malattia, vorresti mollare tutto?!

Lo dico con dispiacere ma si!

Sono anni che lotto per questo, la maggior parte degli ostacoli, fare associazionismo in Italia è molto difficile perché quasi tutti pensano al proprio tornaconto personale senza pensare ad una visione generale, il cosiddetto bene comune. In questo modo si perde di vista il punto focale, la cannabis in Italia a scopo medico è legale dal 2006 ma la maggior parte delle persone ammalate ha grandi difficoltà ad entrare in cura con i farmaci cannabinoidi. Noi non abbiamo nulla in contrario se venisse legalizzata la cannabis, anzi dirò di più noi siamo per la liberalizzazione di questa pianta, che potrebbe risolvere migliaia di problemi, sfamare intere popolazioni, sostituire il petrolio, carta etc, insomma un aiuto per l’intero pianeta.

Da anni ti occupi del tema cannabis medica, come siamo messi in Italia? su quali priorità secondo te bisognerebbe lavorare?

Purtroppo, siamo messi male! C’è ancora troppa ignoranza da abbattere, iniziando dai nostri politici, la priorità è la formazione e informazione, solo così arriveremo all’accettazione della cannabis come sostanza benefica e alla legalizzazione.

Qual è il tuo desiderio per il futuro?

Il mio desiderio futuro è poter dare certezza a tutte le persone malate di potersi curarsi con la cannabis. Realizzare un ambulatorio sociale, dove poter intraprendere un cammino con la cura a base di cannabinoidi e le tante persone affette da malattie gravi. Un luogo dove, oltre a curarsi, è possibile socializzare, sappiamo bene come le persona ammalate tendono ad isolarsi. Ci saranno figure professionali fondamentali, come la logopedista, fisioterapisti che dedicheranno ore di volontariato per poter aiutare persone che, come me, per via delle lunghe liste d’attesa non hanno possibilità di poter usufruire di questo tipo di servizi.

Chi vuole entrare in contatto con te e l’associazione come deve fare?

E’ semplicissimo, basta scrivere a info@tutelapazienticannabis.com o chiamare al numero dell’associazione, dove rispondo io, perché a noi non piace l’iter burocratico italiano, cerchiamo sempre di arrivare al sodo, senza perdere tempo, noi non abbiamo tempo da perdere.

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