Epilessia
L’epilessia è uno dei disturbi cerebrali cronici più comunemente diagnosticati nei
bambini e negli adulti.
La parola epilessia deriva dal greco e significa “essere colti di sorpresa” e questo
disturbo è, infatti, caratterizzato dal ripetersi di fenomeni detti crisi epilettiche.
Una crisi epilettica è una scarica elettrica anomala e non controllata nella corteccia
cerebrale, che interrompe transitoriamente la normale funzionalità, con
sospensione o perdita della coscienza, movimenti automatici, convulsioni
muscolari, cianosi. L’epilessia è spesso idiopatica, ma vari disturbi cerebrali, quali
malformazioni, ictus, tumori, possono essere causa di epilessia sintomatica.
I farmaci antiepilettici sono la terapia principale nella gestione dell’epilessia ma
circa il 30% dei pazienti non risponde nemmeno all’associazione di più farmaci. I
pazienti con convulsioni resistenti al trattamento corrono un rischio molto più
elevato di subire un danno persistente causato direttamente dalle convulsioni o per
conseguenze secondarie della crisi, con pesanti effetti negativi sulla qualità di vita.
E’ stato dimostrato che il CBD ha attività anticonvulsivante. I suoi effetti nel
Sistema Nervoso sono complessi e coinvolgono target sia neuronali che non
neuronali all’interno del Sistema Endocannabinoide (ECS).
I recettori dell’ECS, CB1 e CB2, sono recettori accoppiati a proteine G,
abbondanti nel Sistema Nervoso Centrale (SNC), nella pelle, nell’apparato
digerente, che esercitano effetti diffusi sul SNC attraverso la regolazione di diverse
funzioni, come il dolore, l’infiammazione, l’omeostasi neuronale e la riparazione
delle cellule gliali. Sebbene il CBD abbia bassa affinità con entrambi i recettori, ad
alti dosaggi agisce come antagonista indiretto di CB1. Inoltre, sono stati identificati
altri target del CBD. I recettori GPR55, presenti nell’ippocampo e in altre aree,
sono coinvolti nel rilascio di calcio intracellulare e nella generazione di correnti
eccitatorie. Il CBD è un antagonista di GPR55 e, di conseguenza, riduce
l’eccitabilità neuronale e la risposta convulsiva. I canali TPRV1, su cui il CBD
agisce come agonista, desensibilizzando rapidamente il potenziale dei canali con
conseguente diminuzione dell’afflusso di calcio e riduzione della neurotrasmissione
e dell’espressione della crisi. Gli enzimi responsabili del reuptake dell’adenosina
sono inibiti dal CBD, con un potenziamento dell’adenosina extracellulare, un
neuromodulatore endogeno con azione anticonvulsivante e antinfiammatoria.
Il danno neuronale e la sclerosi ippocampale sono caratteristiche distintive
dell’epilessia. Il CBD ha dimostrato di avere un’azione neuroprotettiva prevenendo
il danno ossidativo.
La neuroinfiammazione svolge un ruolo nell’epilettogenesi poiché può esacerbare
le convulsioni e promuovere la crisi. Il CBD migliora l’espressione delle citochine
pro-infiammatorie e, durante il danno centrale ipossico-ischemico, la
somministrazione di CBD fornisce neuroprotezione, riducendo gli effetti deleteri
della tossicità del glutammato e la produzione di molecole infiammatorie, come
l’interleuchina-6, il fattore di necrosi tumorale-alfa e la ciclossigenasi.
E’ dimostrato che il fitocannabinoide CBD ha attività anticonvulsivante e
neuroprotettiva. E’ inoltre dimostrato che riduce l’infiammazione, protegge
dalla perdita neuronale, normalizza la neurogenesi ed ha azione
antiossidante.
Allo stato attuale i dati riguardano principalmente i farmaci approvati dalla FDA per
alcune forme rare e resistenti di epilessia. I test clinici controllati evidenziano una
significativa riduzione delle convulsioni e sono in corso ulteriori studi che
potrebbero condurre all’approvazione di nuove formule contenenti cannabinoidi.
L’attenzione va sempre più verso l’investigazione delle potenzialità dell’effetto
entourage con l’utilizzo di preparati CBD che contengano l’intero fitoestratto.
Francesca Valguarnera per APS Tutela Pazienti Cannabis Medica 25 mar 2023
Per approfondimenti:
“Therapeutic and clinical foundations of cannabidiol therapy for difficult-to-treat
seizures in children and adults with refractory epilepsies” da Experimental
Neurology vol 359 gen 202
