Cannabis, potenzialità terapeutiche nelle patologie neurologiche e neuropsichiatriche e limiti della ricerca: una opportunità terapeutica che merita di essere approfondita .

Con la scoperta del sistema endocannabinoide dei mammiferi e la sempre
maggiore comprensione dei meccanismi con cui influenza e interagisce con Il sistema endocannabinoide e l’uso terapeutico della cannabis
molteplici apparati e sistemi, è aumentato l’interesse per le potenzialità
terapeutiche della cannabis e dei suoi fitocannabinoidi.

Gli studi sui cannabinoidi nelle malattie neurologiche e psichiatriche si concentrano
principalmente su CBD e THC, che mostrano portare benefici in molteplici
patologie che comportano deterioramento cognitivo, neurodegenerazione e
neuroinfiammazione, nonché nel dolore cronico ed nell’epilessia.
Le indicazioni per il CBD puro approvate in prima istanza da FDA sono limitate alla
Sindrome di Dravet, alla Sindrome di Lennox-Gastaut e alla sclerosi tuberosa. I
neurologi, però, ricevono una crescente informazione e letteratura (per lo più a
basso livello) sull’efficacia e sicurezza del CBD artigianale nell’epilessia, e pazienti
e famiglie chiedono sempre più spesso di considerarlo come opzione terapeutica.
A causa di vari motivi, il CBD artigianale è per lo più sfuggito al processo di ricerca
sistematico necessario per documentare la sicurezza e l’efficacia di un farmaco
antiepilettico prima che arrivi sul mercato.

In Israele stanno collaborando medici, ministero e coltivatori/produttori autorizzati
per avere un prodotto che segua le buona pratiche della produzione e sia
opportunamente titolato. Nel frattempo continuano a formare i neurologi curanti
sull’uso del CBD nell’epilessia, definendo i dosaggi di CBD e THC e diffondendo la
conoscenza delle interazioni farmacologiche.

E’ necessario continuare a promuovere la ricerca e progettare sperimentazioni
controllate e, intanto, accumulare più dati possibile per studiare gli effetti a lungo
termine.
La cannabis contiene più di 500 compound, compresi i terpeni, responsabili del
sapore e della fragranza delle piante. Recentemente la ricerca ha iniziato a fornire
prove sul potenziale utilizzo in medicina di alcuni terpeni vegetali, dimostrandone
gli effetti antiossidanti, antinfiammatori e neuroprotettivi. Sono stati esaminati gli
effetti di due terpeni chiave, pinene e linalolo, su parametri rilevanti per disturbi
neurologici e psichiatrici. Ma le prove sono per lo più limitate a studi pre-clinici e
mancano studi clinici ben progettati. I dati esistenti, tuttavia, suggeriscono che i
terpeni sono importanti candidati per ulteriori indagini come nuovi farmaci per
malattie tra cui ictus, ischemia, dolore infiammatorio e neuropatico (compresa
emicrania), deterioramento cognitivo, insonnia, ansia e depressione.
Ottimizzare il profilo fitochimico per produrre livelli terapeutici di terpeni e
cannabinoidi benefici potrebbe rappresentare un’opportunità per scoprire nuovi
farmaci per il trattamento di malattie psichiatriche e neurologiche.
E’ necessario
accumulare dati e fare maggiori studi clinici controllati, per, attraverso la
conoscenza, sfruttare le grandi potenzialità terapeutiche offerte dal fitocomplesso
della cannabis.
Francesca Valguarnera per APS Tutela Pazienti Cannabis Medica 13 febbraio 2023

Per approfondimenti:
1)A review of the potential use of pinene and linaiolo as a terpene-based
medicines for brain health: discovering novel therapeutics in the flavors and
fragrances of cannabis” da Frontiers in Psychiatry del 26 ago 2021

2) “Epilepsy and cannabis: facing reality” da Developmental Medicine & Child
Neurology del 29 ott 2021

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