Cannabis e malattie neurologiche e neurodegenerative: il ruolo neuroprotettivo dei fitocannabinoidi maggiori e minori

Le malattie neurodegenerative

Le malattie neurodegenerative sono un insieme composito di patologie caratterizzate da un processo di morte cellulare a carico dei neuroni. Il deterioramento neuronale causa un danno delle funzioni legate all’area colpita.
Le malattie neurodegenerative sono classificate in tre gruppi principali:

  • 1) Amiloidosi: compreso il morbo di Alzheimer e la demenza familiare;
  • 2) Sinucleinopatie, tra cui il morbo di Parkinson;
  • 3) Proteinopatie, che includono la SLA.

Altri disturbi neurologici comuni includono l’epilessia e i postumi da ictus.
Gli attuali trattamenti per patologie neurologiche e neurodegenerative spesso si limitano alla gestione dei sintomi senza, però, avere un impatto significativo sulla progressione della malattia.

I fitocannabinoidi

I fitocannabinoidi sono compound unici nella loro struttura e agiscono e si
potenziano tra loro all’interno dell’intero fitocomplesso (effetto entourage). Hanno
una elevata capacità antiossidante, antinfiammatoria, sono lipofili e superano la
barriera emato-encefalica, oltre a modulare la risposta immunitaria. Queste
importanti caratteristiche li rendono ottimi candidati terapeutici per i disturbi del
Sistema Nervoso Centrale. Le potenzialità terapeutiche sono dimostrate e
consolidate per THC e CBD, ma sono meno note per alcuni costituenti minori della
pianta.

THC

Nella cannabis sono stati identificati oltre 150 fitocannabinoidi. Di questi il THC e il
CBD sono i più ampiamente studiati. Il THC è responsabile degli effetti psicoattivi,
che sono mediati dal recettore CB1, ma interagisce anche con altri target, inclusi i
canali TRP (Transient Receptor Potential), il recettore della proteina G-orfana,
GPR55 e recettori attivati dal PPAR. E’ dimostrato che anche il CBD modula
un’ampia gamma di target farmacologici, inclusi i recettori 5-HT, i canali PPARgamma e TPRV1, ma non ha effetti psicotropi perché non attiva i recettori centrali CB1.

L’interazione con questi target ha conferito al CBD lo status di
neuroprotettore, antinfiammatorio e antiossidante. Il CBD ha mostrato risultati
promettenti in diversi modelli animali, nonché in studi clinici controllati per
Parkinson, Alzheimer e SLA.
I cannabinoidi minori includono il CBG, il CBN, il CBC, il CBDA, il CBGA, il THCA, il
CBNA, il THCV e molti altri. Come descritto per gli endocannabinoidi, l’azione
complessiva dei cannabinoidi minori deriva dal legame sia con i recettori
cannabinoidi, sia off-target.
Il CBN, derivato dalla degradazione del THC, è stato identificato come potente
analgesico, antinfiammatorio e antiossidante. Allevia i disturbi del dolore
muscolare cronico, come i disturbi tempero-mandibolari e la fibromialgia. Ad
esempio, il CBN riduce la sensibilità meccanica al dolore dell’iniezione
intramuscolare del fattore di crescita nervoso nel muscolo massetere. Il CBN e il
THC (non CBD) sono utili nel trattamento del glaucoma, poiché prevengono
l’infiammazione che causa un’elevata pressione oculare.
Gli studi sul CBG hanno dimostrato particolare efficacia nella malattia di
Hungtington, agendo su molteplici aspetti della malattia tra cui l’espressione
genica, l’attenuazione dei sintomi motori, la riduzione della microglia e
l’attenuazione della risposta infiammatoria.
Il CBDV, il THCV e il CBC sono efficacemente testati come anticonvulsivanti e il
THCA ha dimostrati effetti antinfiammatori. Gli effetti antinfiammatori del CBC sono
stati segnalati per la prima volta negli anni 80: alte dosi sono più efficaci dei FANS
e la sua capacità antinfiammatoria è maggiore quando combinato col THC. E’,
inoltre, dimostrato che regola una serie di percorsi cellulari coinvolti nella
nocicezione.
In generale, tutti i fitocannabinoidi testati mostrano proprietà neuroprotettive. Il
profilo di alcuni fitocannabinoidi è interessante e predittivo di un potenziale
trattamento per affrontare condizioni neurologiche e metaboliche complesse.
Francesca Valguarnera per APS Tutela Pazienti Cannabis Medica 6 febbraio 2023
Per approfondimenti:
1) “A systematic review of minor phytocannabinoids with promising
neuroprotective potential” da British Journal of Pharmacology del 1 set 2020
2) “Minor cannabinoids: biosynthesis, molecular pharmacology and potential
therapeutic uses” da Frontiers in Pharmacology del 29 nov 2021
3) “Minor phytocannabinoids: a misleading name but a promising opportunity for
biomedical research” da Biomolecules del 6 ago 2022

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