Sclerosi sistemica e cannabis terapeutica

Ho 52 anni e tre diagnosi principali di Lupus, Sclerosi Sistemica
(o Sclerodermia) e Fibromialgia. Attualmente il quadro che si
sta manifestando in maniera più aggressiva è quello di Sclerosi
Sistemica Cutanea Diffusa. Si tratta di una patologia
autoimmune sistemica caratterizzata da fibrosi della pelle e
degli organi e precoce generalizzazione del processo (patologia
polmonare interstiziale, malattia gastrointestinale diffusa,
coinvolgimento cardiaco e renale).
La sclerosi sistemica, allo stato attuale, è una malattia orfana e
la terapia è volta alla migliore gestione dei sintomi e dei danni
(ipertensione polmonare, ulcere sclerodermiche, disfagia, deficit
dei valori respiratori, dolore). Oltre ai farmaci per il cuore,
polmoni ecc, assumo quotidianamente cannabis medica
(Bedrocan), prescrittami con piano terapeutico in un reparto
ospedaliero.
Gli endocannabinoidi sono molecole segnale che utilizzano gli
stessi recettori di membrana a cui si lega la cannabis. Essi
attivano i recettori di tipo 1 (CB1), molto abbondanti nel sistema
nervoso centrale, ma presenti anche in tessuti periferici, e di
tipo 2 (CB2), localizzate principalmente in cellule del sistema
immunitario e del sistema nervoso periferico. I CB1 svolgono
principalmente un ruolo neuromodulatore. I CB2 svolgono un
ruolo pro-omeostatico e neuroprotettivo. Al legame con i
recettori CB1 di deve l’effetto euforizzante del THC, ma anche
l’azione antiemetica, antinfiammatoria, antispastica e stimolante

dell’appetito. Il legame tra THC e recettori CB2 allevia dolore e
infiammazione.
Nella sclerodermia appare una condizione anormale della pelle
e del connettivo e il sistema endocannabinoide gioca un ruolo
vitale nel mantenere l’omeostasi della pelle. I recettori CB1 e
CB2 giocano ruoli opposti. L’attivazione di CB1 promuova la
crescita di tessuto connettivo, l’attivazione di CB2 la limita. Il
segnale CB1 è profibrotico, il segnale CB2 ha un effetto
antifibrotico. Un buon funzionamento del sistema
endocannabinoide mantiene un equilibrio tra pro e antifibrotici.
Gli studi dimostrano che il CBD inibisce il segnale CB1 e
amplifica il segnale del recettore CB2, aumentando l’attività
antifibrogenica che è deficiente nei pazienti con sclerosi
sistemica.
I cannabinoidi inibiscono la fibrogenesi di fibroblasti e
prevengono lo spread dei leucociti che inducono l’apoptosi nella
sclerosi sistemica diffusa. Riducono, inoltre, la produzione di
citochine che aumentano l’infiammazione.
La cannabis terapeutica è molto utile per i disturbi
gastrointestinali legati alla sclerosi sistemica (disfagia,
alterazioni della motilità, vomiti, nausea, inappetenza). E’ utile
nella gestione dell’asma e di patologie respiratorie legate alla
malattia. E’ utile nel trattamento del dolore, degli spasmi e
disturbi della sensibilità, e dell’insonnia.
Per approfondimenti:

  • “Cannabis sativa as a potential treatment for systemic
    sclerosis” del 21 marzo 2019 di Israel Medical Association
  • “Medical cannabis for scleroderma” del 3 maggio 2018 da
    cannabis.net
  • “Cannabinoids inhibit fibrogenesis in Diffuse Systemic
    sclerosis fibroblasts” del 9 luglio 2009 da Rheumatology
  • “Cannabidiol markedly alleviates skin and liver fibrosis” del 13
    ottobre 2022 da Pharmacology
  • “Cannabinoids in the treatment of rheumatic diseases: pros
    and cons” del 18 dicembre 2019 da Autoimmune review
  • “Cannabinoids for skin diseases and hair regrowth” del 20
    settembre 2021 da Journal of Cosmetology and Dermatology
  • “Cannabinoids for Scleroderma” del 9 ottobre 2019 da
    ProjectCBD
  • Orphanet, Il portale delle malattie rare
  • Francesca Valguanera

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